Roma, 7 maggio 2025 — L’elezione di Robert Francis Prevost arriva davvero inaspettata per molti. Certamente, questa decisione del Collegio segna un passaggio importante nella traiettoria della Chiesa cattolica. Il nuovo Papa Leone XIV è un Agostiniano nato negli Stati Uniti nel 1955 da una famiglia ispanoamericana e ha dedicato per vent’anni grande importanza all’esercizio delle missioni in Perù.Vescovo e poi prefetto del Dicastero per i Vescovi, Prevost mostra certamente un profilo solidamente internazionale, con un radicamento pastorale nel Sud globale e una formazione nordamericana. Questa (rapida!) elezione porta con sé una dichiarazione implicita certamente interessante: la Chiesa ha dato la priorità ad una stabilizzazione interna. Infatti, dal punto di vista dottrinale, Prevost è sostanzialmente un moderato ma ben ancorato alla dottrina e alla tradizione. Ad esempio, nel corso della sua gestione del Dicastero per i Vescovi ha mostrato una particolare attenzione per le figure equilibrate, evitando quindi nomi divisivi, ma ha chiaramente posto cura ad un consolidamento secondo i criteri della disciplina istituzionale.
Più che Bergoglio, ricorda forse Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: un Papa che ha scelto un abito tradizionale, con la mozzetta, un Pontefice che cerca coesione attraverso una universalità ma ben strutturata…una Chiesa universale (dunque e appunto), ma profondamente ancorata alla dottrina; una Chiesa forte, insomma, meno fluida, meno dottrinalmente aperta e che orienti la pluralità con pochi cedimenti.

Geopoliticamente…un Papa nato negli Stati Uniti…sì, ma la sua provenienza da ambienti marginali mitiga l’ impatto (insomma, smorza una lettura che cerchi una mossa geopolitica filo-statunitense) e lo pone come “attore intermedio” ideale, come un Papa con la concreta possibilità di contenere un distacco avvertito da molti come pericolosissimo.
Leone XIV, nei primi momenti in cui si è rivolto al pubblico, ha elevato la propria attenzione alla figura di Maria ed ha affermato di credere in una Chiesa sinodale e in questo senso ha voluto proseguire sul solco lasciato aperto da Bergoglio.
Possiamo perciò pensare che ora il Vaticano stia tentando di calibrare la propria unità e di conseguenza la propria influenza internazionale attraverso una figura non divisiva, diplomatica ma certamente forte. In definitiva, Robert Francis Prevost – Leone XIV – rappresenta un momento di transizione che cerca innanzitutto solidità, sia per ridefinire la Chiesa dall’interno che per disegnare con maggior precisione un ruolo in un ordine globale frammentato.

Corinna Zaffarana
Corinna è autrice e ricercatrice indipendente. Ha pubblicato diversi saggi sul rapporto tra potere, simboli e religione, con uno sguardo sempre critico e non allineato. È direttrice del Centro Studi e Ricerche C.T.A.102, progetto di divulgazione storico-culturale seguito da una solida community di lettori e ascoltatori.
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